Il notaio

Il Notaio, con le funzioni a lui attribuite oggi, nasce nell'Italia Longobarda e nella Francia Merovingia. Esso riprende il nome del notarius, una figura che risale al periodo della Repubblica romana ma che disponeva di funzioni completamente differenti: il notarius infatti indicava lo schiavo che aveva il compito di scrivere velocemente note, spesso mediante abbreviature. Durante il periodo della decadenza dell'Impero romano i notarii erano i segretari dell'Imperatore e dei governatori delle province. Sempre nel tardo impero, più vicino alla figura del notaio odierno era il tabellio, il quale effettivamente aveva le funzioni di redigere scritture private, pur senza essere investito di funzione pubblica. Si deve infine citare anche il libripens, che invece era a tutti gli effetti un funzionario pubblico.
Dopo l'VIII secolo e con Carlo Magno gli strumenti dei notai acquistano la stessa forza ed i medesimi effetti di una sentenza passata in giudicato".
Anche durante il Medioevo, il notariato ha avuto il suo sviluppo incentrato a dare certezza nei rapporti giuridici.
Fino al XVIII secolo, tuttavia, la parola "notaio" continuò a designare figure diverse: l'assistente del sovrano o del Papa, il cancelliere di tribunale, il professionista che assiste i privati ricevendone le scritture. Quest'ultimo significato divenne poi quello definitivo.
L'organizzazione del notariato moderno, nei paesi dove vige il cosiddetto notariato latino, risale sostanzialmente alla Rivoluzione francese (decreto del 29 settembre 1791).
L'ordinamento francese fu ricalcato, nel Regno d'Italia, dalla legge del 25 ventoso anno XI (16 marzo 1803), che improntò a sé anche le successive leggi emanate nei vari Stati italiani dopo la Restaurazione; avvenuta l'unificazione, il notariato fu regolato in Italia dal R.D. 25 maggio 1879, n. 4900, poi sostituito dalla legge 16 febbraio 1913, n. 89, tuttora in vigore.